Tutto ebbe inizio un Venerdì

 

La storia del “coro degli Alpini” ebbe inizio nel 1969, nella sede del Gruppo Alpini di Santa Margherita dove un gruppo di amici erano soliti ritrovarsi il venerdì sera a cena.
La scelta del giorno era obbligata, il venerdì, infatti, gli amici del gruppo alpini - anche se lavoravano fuori sede - potevano essere tutti presenti insieme al capogruppo Antenore Meda.

La consuetudine voleva che, alla fine della cena, una voce più o meno intonata tentasse di proporre una melodia, spesso il canto era conosciuto da tutti e i presenti si univano alla voce, ma, a volte, il risultato di assieme non era soddisfacente, per cui il pur volenteroso gruppo canoro improvvisato s’interrompeva bruscamente.

Erano canti di montagna e canti degli Alpini, per alcuni ricordi di naja, per altri la riscoperta di antiche melodie della propria terra di origine: in tutti la voglia comune di riproporle e di mantenerne la memoria.

Fu durante una di quelle cene che la proposta di costituire un coro vero, diretto da un maestro capace di mettere ordine nell’ ”anarchia” di voci che il gruppo esprimeva, venne presa in considerazione.
Luigi Fabbro indicò nella persona del maestro Dante Sciutti di Rapallo, direttore dell’omonima cantoria religiosa, uomo di grande esperienza nel settore, il candidato ideale alla direzione del nuovo coro e si premurò di prendere contatto con lui.

Il venerdì sucessivo Luigi si presentò nella sede di via Cervetti Vignolo in compagnia di Dante Sciutti; dopo la cena, come il maestro aveva richiesto vi fu “l’audizione” e alla fine l’invitato espresse il suo sintetico giudizio: “si può fare”. I presenti furono presto sollevati anche da un’altro pensiero che, a questo punto, si affacciava: saremo in grado di far fronte, autotassandoci, al compenso del maestro? Il maestro chiese di mettere un disco di canzoni alpine e, ascoltatolo, concluse: “Io per me non voglio niente, ma a voi chiedo la costanza e l’impegno per arrivare a cantare come un coro vero, come quello che avete sentito”.
Nacque quel giorno, nell’entusiasmo generale, il “coro degli Alpini”. Tutti si premurarono di ricercare in città i componenti della nuova realtà che si stava formando, il passa-parola funzionò a dovere e ben presto il coro assunse una notevole consistenza numerica.

Per chi ha avuto la fortuna di esserne partecipe, fu l’inizio di una storia straordinaria ed entusiasmante: la passione, la pazienza e l’impegno che il maestro Sciutti dimostrò in ogni prova furono d’esempio e di stimolo per tutti.
Il valore della salda amicizia che egli seppe instaurare negli anni con i componenti più anziani e soprattutto con Peppino Quaquaro, Presidente del coro da sempre, ritorna a rivivere nei loro piacevoli ricordi di episodi, di concerti, di viaggi, di rapporti personali, nei quali traspare la bonaria ironia di un’uomo già avanti negli anni, cui era capitato di vivere un’imprevedibile, e proprio per questo, eccezionale esperienza.

Si deve riconoscere al maestro Sciutti, a quel gruppo ormai storico di alpini fondatori e a chi in seguito ha operato con impegno alla costruzione di una solida realtà, il grande merito di aver reso possibile una lunga storia che sfida il tempo.

Tratto dal Libro del Coro: Trent'anni cantando assieme