I Nostri Viaggi:

Francia 1975

 

Il viaggio in Francia del 1975 si ricorda ancora oggi come qualcosa di mitico, da raccontare alle matricole del coro mostrando le vecchie fotografie appese in sede. In effetti era la prima volta che si viaggiava insieme fuori d’Italia e poi la meta: Parigi, era di quelle che facevano lavorare di fantasia e suscitavano non poca emozione. Al coro si erano aggiunti diversi amici di S. Margherita e la spedizione partiva sotto i migliori auspici.
Il soggiorno fu piacevole e interessante e soprattutto ricco di divertenti episodi nati dalla scarsa conoscenza del francese da parte di molti coristi, ma, quella che non era del tutto prevista e che ci riempì di soddisfazione, fu la parte ufficiale del viaggio.

Preso contatto con l’ambasciata italiana a Parigi avemmo l’opportunità di rendere omaggio ai caduti nel cimitero italiano di Bligny, deponendo una corona al monumento commemorativo e, naturalmente, cantando, anche se nella perfetta quiete e solitudine della giornata di novembre, le voci dei coristi erano un po’ roche per l’intensa commozione. Nel quadro poi delle celebrazioni per la vittoria della prima guerra mondiale, che in Francia si festeggia l’11 novembre, il coro fu invitato ad una cerimonia che si svolse sotto all’arco di trionfo, in pieno centro di Parigi, ed ebbe il privilegio di lasciare il proprio nome sul registro d’onore. Il capo gruppo Antenore Meda trascrisse le emozioni di quel momento in una simpatica poesia che veniva poi immancabilmente citata ogni volta che si ricordava l’avvenimento.

Il successo della gita fu tale che, già tornando a casa, si parlava di organizzare una seconda spedizione che, in effetti, si fece un paio d’anni dopo. Ma il ritorno attraverso il nuovo tunnel del Monte Bianco si ricorda anche per una memorabile cena alla “Maison de Philippe” di Entrèves, nella quale quelli che qualche problema con la cucina francese lo avevano avuto, poterono subito riconciliarsi con la buona tavola nostrana.

Germania 1988

 

Se il coro arrivò in Germania, nell’ospitale regione della Baviera, lo si deve all’amico Franz Limbrunner, un assiduo frequentatore della nostra riviera, dove puntualmente alloggiava nella pensione dell’alpino Giuseppe “Pino” Carpi a S. Michele di Pagana. Fu Pino che lo portò per la prima volta a sentire il coro: Franz ne rimase entusiasta ed in breve nacque un’ amicizia semplice e schietta, fatta di poche parole, un po’ italiane un po’ tedesche, ma sincere. Per il viaggio a Erding, una ridente cittadina vicino a Monaco di Baviera, scegliemmo il mese di maggio dell’88 e, come mezzo di trasporto il pullman - questa volta con televisione - guidato dall’amico Bisso. Partimmo la sera e - dopo aver visto nella notte almeno un paio di film, - arrivammo, diciamo freschi e riposati, a Erding di buon mattino.

Le due intense giornate di soggiorno trascorsero anche troppo rapidamente: tra concerti, una visita alla storica fabbrica di birra della cittadina, alcuni canti in chiesa dopo la messa domenicale, ed una sosta a Monaco la domenica mattina. I bavaresi, si sa, sono i meridionali della Germania - soprattutto come carattere - e lo dimostrarono con l’entusiasmo ed il calore con il quale accolsero il coro. Data la temperatura quasi estiva, anche il passaggio obbligato dal vino alla birra - meglio se bevuta nella più grande ed antica birreria di Monaco - non creò alcun problema. Prima del concerto del sabato sera, organizzato da Franz nell’ambito del festival della fratellanza fra i popoli, un pomeriggio all’insegna dell’allegria e del ballo in piazza, con Blengino e Baccerini autentici protagonisti. Ripensando al viaggio a Erding, infine, non si può dimenticare l’ospitalità di Franz Limbrunner e della signora Ingrid, che accolsero nella loro casa proprio tutti i coristi che vi potevano trovar posto, e la gioia del compianto Pino Carpi che vedeva realizzato con successo un progetto a lungo accarezzato

Svezia 1992

 

Ci sono sempre degli amici all’origine dei nostri viaggi e, nel caso della trasferta in Svezia e Lapponia del ‘92, gli amici furono proprio tanti: i componenti del coro Rocce Nere di Rossiglione. Avevano programmato per quell’anno uno splendido viaggio in Scandinavia, ma per problemi contingenti di organico chiesero al Voci d’Alpe se era disposto a dare una mano. Inutile dire che un bel gruppo di noi accettò con entusiasmo e, dopo una accurata preparazione in comune, eravamo pronti a partire.

L’esperienza fu interessante sia dal punto di vista artistico che da quello turistico, perchè la Svezia all’inizio della breve estate nordica era veramente splendida. E poi la comitiva era delle più allegre perchè tanti amici avevano approfittato dell’occasione per accompagnarci nel viaggio. In Svezia ci accolse anche un vecchio amico del coro, il dottor Gunnar Hyernestam, amante della musica e della cultura italiana, che, qualche anno dopo, avrebbe poi portato la sua banda svedese a suonare proprio in piazza Caprera a S. Margherita. Anche di questo viaggio portammo a casa molti ricordi, le interminabili distese di boschi che scorrevano ai lati del pullman lungo la strada da Stoccolma a Storuman, lo spettacolo di una natura splendida in un paesaggio deserto, soprattutto per noi liguri, abituati a vivere in posti bellissimi ma dove si sta piuttosto stretti. E infine l’emozione delle giornate che non finiscono mai, straordinarie, soprattutto per chi, come noi, non doveva sopportare l’altra faccia della medaglia, cioè la lunga notte invernale.

Bruxelles 1993

 

Antonio Ferrante di Ruffano, uno degli animatori del gruppo, da tempo residente a Bruxelles propose la trasferta in Belgio ed ecco, dal racconto che ne fece Peppino Quaquaro per “Genova Alpina”, come andarono le cose:

Lo scorso gennaio, alla fine della solita piacevole serata, Antonio Ferrante, rivolto ai coristi, fece un’affermazione alquanto impegnativa: voi verrete a cantare a Bruxelles! L’idea piacque molto a tutti ma, ad essere sinceri, in pochi lo credettero possibile: perchè in pochi conoscevano il Kav. Ferrante! Mariolino Radaelli, che con Ferrante aveva diviso duri anni di prigionia e quindi lo conosce molto bene, disse subito: attenti, che se quello lì si mette in testa una cosa, state tranquilli che ci riesce! E venerdì 24 settembre 1993 dopo un volo Sabena ottimo ci ritroviamo a Zaventem. Ad aspettare il coro ci sono due cappelli alpini, quello di Ferrante e quello del Maresciallo Quaglia, quest’ultimo in forza allo SHAPE (Quartier Generale delle Forze Armate Alleate in Europa). Nella giornata visita al campo di battaglia di Waterloo, con la guida del Capitano Galletta dei carbinieri, personaggio incredibilmente simpatico e ferratissimo conoscitore del grande fatto d’arme accaduto il 18 giugno 1815. All’imbrunire si rientra allo SHAPE dove ci dà il benvenuto l’ammiraglio Spinozzi, e, alle 20,30, nell’auditorium dello stesso comando, il coro, elegantemente presentato dal Prof. Goffredo Miglietta, e superbamente diretto dal nostro maestro Paolo Secci, tiene un concerto davanti ad un pubblico formato da numerosi militari e dalle loro famiglie. Trascorse ormai quasi venti ore dalla partenza, la stanchezza comincia a farsi sentire, ma l’ammiraglio Spinozzi, salito sul palco per il consueto scambio di targhe, ci invita, a sorpresa, tutti a cena. Ci ritroviamo quindi in un ampio salone dove le consorti dei nostri militari hanno imbandito un sontuoso self-service: lasagne pasticciate, sformati vari, pasta e fagioli, ripieni e tortini di ogni qualità. Tra canti e brindisi la sera finisce in grande allegria.

Al termine di un sabato destinato alla visita della città, con l’aiuto dell’instancabile Ferrante, ci ritroviamo per il concerto al Teatro del Centro Italiano di Cultura, presso il Consolato d’Italia, ove sarà ad ascoltarci S.E. l’Ambasciatore d’Italia nel Belgio Emanuele Scammacca del Murgo. Siamo molto “gasati” e la gasatura si trasforma in commozione quando entra in sala un nutrito gruppo di alpini: sono i nostri connazionali con il Presidente della Sezione ANA in Belgio, Sig. Del Fiol, che, con un intero pullman sono venuti da Charleroi per ascoltarci. Posso garantire che il concerto è stato all’altezza di tante presenze. Paolo si è superato e noi l’abbiamo seguito: non avremmo più smesso di cantare; non ci era mai capitato di sentire battere i piedi sul parquet per richiedere i bis. Dopo una raccolta a favore dell’asilo di Rossosch promossa dai nostri alpini siamo a cena ospiti dell’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia, della quale è Presidente il nostro Antonio Ferrante di Ruffano.

E infine domenica, S. E. l’Ambasciatore con la gentile signora al suo fianco ci riceve ufficialmente aprendo per noi i magnifici saloni dell’Ambasciata: siamo un po’ frastornati dall’accoglienza, ma ci riprendiamo subito, e giriamo incuriositi per le sale arredate con mobili e quadri antichi, ammirando tanto buon gusto. Viene servito l’aperitivo e poi, con i padroni di casa ed alcuni loro amici invitati per l’occasione, ci mettiamo a tavola per una colazione che resterà a lungo nei nostri ricordi.

Germania 2006

 

L’ 8 dicembre 2006 il coro Voci d’Alpe ritorna a valicare il confine. Era dal lontano 1993 che non accadeva. L’opportunità è stato il 60°compleanno di Franz Limbrunner, che ha invitato il coro per una seconda volta nell’ospitale land della Baviera.

Dopo un viaggio in autostrada durato 12 ore abbiamo finalmente incontrato il nostro ospite alla festa di compleanno tra musica, canti, piatti locali e numerosi boccali di birra.
La mattina seguente dopo aver pernottato in un confortevole albergo di Erding, una città alla periferia di Monaco, abbiamo raggiunto il capoluogo della Baviera ed essendo vicine le festività abbiamo passeggiato tra le tipiche bancarelle con i fiocchi di neve e l’odore di vin brullè che creavano un’atmosfera natalizia unica.
Nel pomeriggio siamo tornati a Erding per un concerto nella stessa chiesa in cui cantammo nel 1988 e grazie al caloroso incoraggiamento del pubblico abbiamo voluto azzardare il famoso canto “Stille Nacht” in lingua locale. Alla fine dell’esecuzione l’amico Franz commosso è andato a complimentarsi col maestro.

Non sapremo mai se le lacrime agli occhi di Franz siano state causate dall’emozione dell’ascolto o piuttosto per una nostra pronuncia del testo non molto corretta!
Il giorno successivo, dopo un’ultima birra, abbiamo salutato Franz, e la sua famiglia che con amicizia e generosità ci avevano ospitato, fissando come consuetudine l'appuntamento in riviera per la prossima estate.

Di sicuro per il coro questa è stata un'esperienza di viaggio divertente e serena e tutto ciò lo si deve all’amico Franz Limbrunner, a sua moglie Brigitte e alla splendida Katerina.

Tratto dal Libro del Coro: Trent'anni cantando assieme