I Maestri:

Dante Sciutti

Dal 1969 al 1980 : ci trasforma in un coro

 

Dante Gaetano Sciutti, classe 1906 da Borzonasca, autodidatta, dimostrò giovanissimo il suo talento musicale suonando già dall'età di 8 anni l'organo nella Chiesa parrocchiale del Santuario di Borzonasca e dirigendo, a 20 anni, la banda del paese di origine. Nel 1913, venne chiamato a Rapallo in qualità di organista dei S.S. Gervasio e Protasio; nel 1947 ricevette l'incarico di Maestro Direttore della Corale "G. Verdi" di Chiavari e l'anno successivo, unendo i coristi chiavaresi ad un nutrito gruppo di rapallesi, fondò la corale "G.B.Sciutti. Nel 1963 assunse la direzione del coro "G.B. Campodonico" di Genova, responsabilità che mantenne fino al 1968 quando, raccogliendo l'invito di alcuni Alpini di Santa Margherita Ligure, fondò il "coro degli Alpini" ora "coro Voci d'Alpe", vanto del locale gruppo A.N.A.. Il maestro Sciutti, ebbe il merito di riuscire a trarre da quel nucleo di volenterosi completamente a digiuno di nozioni di canto (e molto spesso aiutati da un buon bicchiere) dei suoni armoniosi, nonchè di aver saputo costituire un repertorio adatto ai mezzi vocali dei coristi.

Grazie alla sua attività di organista e direttore di una apprezzata cantoria, il maestro era molto conosciuto in tutto il Levante e, proprio grazie alle sue conoscenze, al coro venne data la possibilità di esibirsi in pubblico. I primi concerti (i più anziani lo ricorderanno) spesso seguivano le funzioni religiose serali o i vespri pomeridiani, nelle festività del Santo Patrono nei paesi del nostro vicino entroterra ed il concerto del coro degli Alpini rappresentava un insolito ed originale complemento alla festa paesana.
Il binomio cantoria - coro degli Alpini, ebbe successo e spesso accadeva che i componenti della cantoria religiosa appena terminate le funzioni, indossassero la divisa e si unissero al resto del coro per intonare i canti alpini. All'inzio si seguì un percorso musicale che traendo spunto dal repertorio dei cori più famosi, la Sat di Trento e il coro genovese Monte Cauriol, proponeva i più conosciuti canti degli alpini, in seguito vennero introdotti canti più brillanti, scelti da arie classiche e operistiche e canti liguri armonizzati a quattro voci.
In segno di riconoscenza nei riguardi dell'opera del maestro Sciutti, il coro si impegnò volentieri a potenziare la sua cantoria partecipando alla liturgia delle cerimonie Sacre in Santa Margherita Ligure, e continuò questa attività anche dopo la scomparsa del maestro, cui subentrò il nipote Gian Devoto.

Oltre che primo direttore, Dante Sciutti è stato per il coro degli Alpini di Santa Margherita Ligure, anche la colonna portante e l'animatore instancabile, sempre di esempio a vecchi e giovani.
Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo ne conserva un ricordo indelebile unito ad uno struggente rimpianto.

Vincenzo Carniel

Maestro del coro dal 1981 al 1986

 

Dopo la scomparsa del maestro Sciutti, il coro venne affidato a Vincenzo Carniel, una celebrità nel settore, noto come Direttore ed Autore di armonizzazioni raffinate presenti nel repertorio dei migliori cori italiani, tra cui la notissima "Leggenda della Grigna" nobilitata dall'esecuzione della Sat e una versione di "Stelutis Alpinis" in repertorio del coro A.N.A. di Milano.
Trasferitosi nella nostra Riviera, il maestro Vincenzo Carniel, assunse la direzione del coro degli Alpini nel 1981 e, nei 5 anni della sua permanenza, contribuì a trasformarlo da realtà puramente locale di coristi Sammargheritesi in compagine più matura ed in grado di affacciarsi ad una più ampia dimensione. Per ottenere ciò, giovandosi dell'arrivo di numerosi elementi appassionati del canto che provenivano dalle località vicine, curò sopratutto il rinnovamento del repertorio ed il miglioramento delle qualità interpretative, attraverso un affinamento del comportamento vocale.

Il maestro Vincenzo Carniel, era proprio la persona giusta al momento giusto, infatti, sotto la sua direzione, il coro che fino ad allora si identificava in un gruppo di amici che si esprimevano in modo spontaneo e genuino (proponendo un repertorio che spaziava dai canti degli Alpini ai brani per coro tratti da opere liriche Verdiane), si dimostrò capace di percorrere strade più ambiziose, guardando ai modelli interpretativi dei cori più noti.

I frutti del suo insegnamento furono tali che dopo la sua sofferta rinuncia alla direzione, i coristi si adoperarono in tutti i modi per poter trovare una soluzione che consentisse al coro di continuare la sua avventura musicale.

Paolo Secci

Dal 1986 al 2000 : con lui il coro mette le ali

 

Ricordiamo lo scoramento che provammo quando Carniel ci disse che non avremmo più potuto contare sulla sua assidua disponibilità per la direzione del coro. Sapevamo che l'incertezza e sopratutto la sospensione delle prove, avrebbero potuto compromettere l'esistenza stessa del coro. Si cercarono allora le soluzioni possibili ma nessuna, comunque, sembrava dare la garanzia della continuità. A volte però, il destino, una mano la dà, eccome ! E fu Roberto Gnecco, allora militare presso il coro della Brigata Alpina Taurinense, che ci propose di prendere contatto con un suo coetaneo di Chiavari, appena congedato, già direttore dello stesso coro. Non perdemmo tempo e telefonammo a Secci. La proposta di assumere la direzione del coro, sulle prime lo lasciò un pò perplesso, perchè, giustamente, non se la sentiva di assumere un tale incarico di responsabilità alla cieca: successivamente la trattativa fu assunta da Peppino Quaquaro che seppe convincerlo a provare.

..non sò se sarò in grado, ma se proprio non dovessi farcela, avreste acquistato un basso in più ..

Fu più o meno la sua risposta nell'accettare l'incarico. In realtà furono sufficienti poche prove per vedere quanto valesse quel ragazzo poco più che ventenne alla direzione del nostro coro. Il primo brano sul quale testò le nostre qualità, fù "Joska la rossa", un canto che tutti noi amavamo molto perchè era stato inserito in repertorio fin dai tempi del maestro Sciutti e poi ripreso dal maestro Carniel. Grazie ad una gestualità rindondante, unita ad una interpretazione molto personale, "Joska" con Paolo Secci, divenne in assoluto il brano più richiesto dal pubblico, e quindi sempre presente nei nostri concerti. E Secci, da allora, era per noi diventato il maestro, l'amico che tutti cercavamo.
Nessun indugio, determinato nelle sue scelte intese a dare un assetto ben preciso al coro, forte dell'esperienza acquisita nell'anno di servizio militare nel coro della Brigata Taurinense, Secci iniziò con entusiasmo un percorso musicale che si proponeva come finalità quella d'emozionare l'ascoltatore e di far provare piacere anche all'esecutore.
Di seguito vennero le rassegne, la convinzione, dopo l'inserimento di alcune voci fondamentali provenienti dalla vicina Chiavari, di essere all'altezza di potersi misurare alla pari con gli altri cori. Il coro degli Alpini, diventato in seguito "Voci d'Alpe", con Paolo Secci aveva messo le ali...

Secci ricorda il suo esordio:
"Ero poco più che un ragazzino quando, appena un mese dopo il sospirato congedo dal servizio di leva nella Brigata Alpina Taurinense, ricevevo la telefonata che avrebbe segnato così tanto la mia vita. La voce da "basso profondo" di Peppino Quaquaro, mi invitava a dirigere l'allora coro degli alpini di Santa Margherita Ligure, a quel tempo diretto dall'esperto maestro Vincenzo Carniel che, per motivi familiari, era sul punto di abbandonarne la conduzione. Mi sentivo onorato, ma particolarmente emozionato e, direi pure, molto preoccupato, perchè non credevo assolutamente di essere in grado di svolgere questo compito. Infatti la mia prima esperienza corale era limitata ad alcuni mesi prima, quando avevo diretto il coro della Brigata Alpina Taurinense, composto esclusivamente da militari di leva. Vi assicuro che trovarsi di fronte una trentina di ragazzini miei coetanei era stato assai diverso e decisamente più facile, emotivamente, dall'affrontare persone di tutte le età a cui chiedere di cantare come volevo io. Senza il sostegno e l'amicizia di Peppino Quaquaro e dei suoi fratelli, non ce l'avrei mai fatta! Ed ora sono quì. Sono passati più di 10 anni da quei giorni e l'amicizia si è estesa e approfondita sia con tutti quelli che hanno vissuto quei primi momenti, sia con i nuovi amici che in seguito si sono aggiunti alla nostra compagnia. Perchè, in effetti, per me è di questo che si tratta: di una compagnia creativa intelligente unita da valori importanti quali la solidarietà e il rispetto per la tradizione popolare che costituisce il cuore della nostra cultura. Il canto, così, non è più il fine dei nostri incontri settimanali, ma un pretesto per incontrarci, per divertirci insieme, ottenendo comunque, molto spesso, risultati musicali eccellenti".

Giuseppe Tassi

Maestro del coro dal 2000 : continuiamo insieme nel nuovo millennio

 

A partire dall'anno 2000 anche Secci, come Carniel, a causa di problemi familiari ha dovuto abbandonare la direzione del nostro coro, creando un attimo di sgomento. Ma grazie al nostro attuale Maestro Giuseppe Tassi (già direttore del coro di Santo Stefano d'Aveto (GE), vice maestro durante la direzione di Secci e voce guida del reparto dei bassi), che si è caricato il fardello di continuare la strada intrapresa, l'attimo è stato proprio "fuggente".
La sua gestualità concisa, essenziale ed il suo carisma, vengono immediatamente assorbiti dai coristi i quali rispondono con entusiasmo alle direttive da lui impartite; il suo essere "amico di tutti", fa sì che il nostro "gruppo" sia ancor più affiatato e lavori molto più tenacemente con minor sforzo, proprio grazie a quel rapporto ottimale che il Maestro Giuseppe Tassi (Cocco) sa infondere in ognuno di noi.

Tratto dal Libro del Coro: Trent'anni cantando assieme